OVADA

cenni essenziali:

Ovada (Uò o Ovà in piemontese, Goâ o in ligure)  

è un comune italiano di 10.932 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, esteso su 35,3 kmq. Centro industriale, agricolo e commerciale è uno dei centri- zona dell’Alto Monferrato, a cui afferiscono diversi Comuni circostanti, di cui 16 fanno parte del Consorzio dell’Ovadese (con una popolazione complessiva di oltre 26.000 persone).  Snodo stradale (casello sulla A26) e ferroviario (lungo la linea Acqui Genova e con diramazione verso Alessandria), è sede di ospedale, delle scuole dell’obbligo e del polo scolastico superiore. Rilevante centro culturale (teatro, museo, biblioteca, Accademia Urbense) e religioso, Ovada è una delle più importanti comunità ecclesiali della diocesi di Acqui; ha dato i natali a San Paolo della Croce (fondatore dei Padri Passionisti) e a madre Teresa Camera (fondatrice delle “Suore della pietà”). Attuale sindaco è Paolo Lantero.

La città trae il toponimo dal latino Vadum, che significa “guado”, ad indicare la probabile esistenza in epoca romana di un luogo di transito in prossimità della confluenza poco profonda dei due torrenti, Stura e Orba. Già nelle lettere di Decimo Bruto a Cicerone veniva nominata una località chiamata “Vada”, in una posizione strategica per i commerci tra la Liguria e la Pianura Padana.

Con altri territori del Monferrato nel 967 fu donata al Marchese Aleramo dall’imperatore Ottone I la donò. Passò poi sotto al feudatari (Marchesi Gavi, Del Bosco, Malaspina) e nel XIII secolo fu venduta alla Repubblica di Genova, interessata ad espandersi verso il basso Piemonte. Nei secoli successivi la storia di Ovada si sviluppò nell’ambito della politica genovese, salvo una breve dominazione dei duchi di Milano. Dopo il periodo napoleonico passò al Regno di Sardegna. Lungo il XIX secolo, mentre diversi ovadesi partecipano alle vicende risorgimentali, la cittadina registra un progressivo sviluppo urbano, anche grazie all’evoluzione economica del circondario caratterizzata dall’espansione della viticoltura. Il commercio fu favorito dal miglioramento delle comunicazioni stradali e poi dalla ferrovia Acqui-Genova. Si registra anche l’impianto di diverse imprese manifatturiere, specie nel campo tessile e meccanico.  L’Ovadese è stata un’area rilevante durante il periodo resistenziale, oggetto di numerosi rastrellamenti, all’origine di eccidi come quello della Benedicta e di Olbicella. Nel secondo dopoguerra Ovada diviene un significativo polo industriale, ampliando e rinnovando il centro urbano, mentre registra un notevole sviluppo demografico, ma risente dalla sensibile crisi dell’agricoltura del circondario.

Numerosi gli studi storici su Ovada e il territorio, promossi dalla “Accademia urbense” e dalla rivista locale “Urbs”, tra cui quelli di Romeo Pavoni ed Emilio Podestà La Valle dell’Orba dalle origini agli stati regionali (Ovada, 2008),  Alessandro Laguzzi e Paolo Bavazzano, Ovada dal periodo napoleonico al Risorgimento (Ovada, 2011, pref. di Sabrina Caneva). Studio fondamentale sulla città e la zona in età contemporanea è quello di Giancarlo Subbrero, Trasformazioni economiche e sviluppo urbano. Ovada da metà Ottocento a oggi (Ovada, 1988)


 materiali su PERCON relativi ad Ovada

Ovada, centro di passaggio tra Liguria e Piemonte, sorge alla confluenza tra i torrenti Stura e Orba

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risorse e collegamenti esterni
  1. Sito ufficiale del Comune 
  2. Guida storico-turistica di Ovada
  3. Sito della Accademia Urbense
  4. la pagina su Wikipedia
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