VISONE
Visone (Visòn in piemontese) è un comune di 1.241 abitanti, in provincia di Alessandria, collocato lungo la strada che collega Acqui Terme con Ovada. Il nome deriva dall’omonimo torrente Visone, che lo attraversa per poi confluire nella Bormida, analogamente all’altro torrente della zona, il Caramagna.
È sindaca Manuela DeLorenzi.
Il territorio e l’economia del Comune sono piuttosto vari: accanto all’area pianeggiante, con colture orticole e cerealicole, si trovano colline a vite e bosco, con aree scoscese ed aree di cave di pietra e calce: a raccordo delle due zone vi è l’antico centro storico, dominato da un’alta torre, che risale al XVI sec.
Il sottosuolo di Visone è in parte coinvolto con il sistema termale acquese, che originano diverse piccole fonti d’acqua di tipo termale, già note in epoca romana. Le due fontane principali sono “Caldana” e “El Quarè”.
Le prime notizie del paese risalgono al X secolo, quando la popolazione è di prevalente origine longobarda, ed è segnalata una pieve; presso il castello a Visone nel 991 i signori del Monferrato, firmano la carta di fondazione dell’abbazia di San Quintino di Spigno. I contrasti tra i signori Boccaccio e il vescovo di Acqui offrono informazioni sulla situazione del paese nel XIII secolo. Su concessione del Marchese del Monferrato, Il feudo di Visone nel 1469 passa alla famiglia Malaspina, che ricostruisce e amplia il castello. Continuano i dissidi col vescovo di Acqui, al punto che deve intervenire il papa. Il castello viene venduto a Maria Boverio della Corba. Dopo diversi passaggi il titolo di conte ed il castello passano al nobile genovese Luigi Centurione Scotto, la cui famiglia ne mantiene il possesso fino all’Ottocento.
Una devastante alluvione nel 1861, con crolli e distruzioni (tra cui buona parte delle mura del castello), stravolge l’assetto del borgo, che si espande verso l’area collinare. Nella seconda metà dell’Ottocento, la popolazione registra una decisa crescita superando i 2.500 abitanti nel 1901, giovandosi anche delle opportunità economiche offerte dalla ferrovia Acqui-Genova, entrata in funzione del 1893. Alcune attività industriali vengono a caratterizzare il paese negli anni successivi: la filanda Rossi, lo sfruttamento delle cave di pietra calcarea, la centrale di produzione idroelettrica. Altri insediamenti produttivi si segnalano nel secondo dopoguerra, insieme a negozi e botteghe artigiane nel settore alimentare.
Il pesante tributo di sangue offerto dai giovani visonesi nella Grande Guerra è testimoniato dal monumento ai caduti inaugurato nel 1923 sulla piazza della Stazione FS. A seguito della soppressione di alcuni comuni operata dal fascismo nel 1928, Visone viene aggregato ad Acqui e verrà ricostituito come ente autonomo nel 1948. Nel secondo dopoguerra la popolazione continua a diminuire, stabilizzandosi dopo il 1971 tra i 1.100 e i 1.200 abitanti.
Oltre alla Rocca e Torre del castello Malaspina, il paese presenta interessanti case storiche, con formelle, dipinti, tra cui quelli del pittore visonese Giovanni Monevi (1634–1714), oltre ai resti architetture romane e romaniche.
Tra i luoghi di culto, la nuova chiesa parrocchiale di impronta barocca dedicata a santi Pietro e Paolo, che dal XVII secolo sostituisce l’antica parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, già presente in epoca altomedioevale.
Sede di asilo e di scuola elementare.
[… per approfondire, clicca qui]
materiali su PERCON relativi a Visone
Tutti i file presenti in questa pagina sono rilasciati sotto licenza CC (Creative commons) in categoria
risorse e collegamenti esterni
- M.C. GOSLINO – C. MIGNONE – E. OLIVERI, Visone. Vita quotidiana nei secoli, Alessandria, Ed. Dell’Orso, 1994
- M.C. GOSLINO, Quand ch’u lampessa. I Burg ed Vison, Visone, Tip. Artigiana, 1997
- Sito ufficiale
- la pagina “Visone” (comune) e (torrente) su wikipedia